Pianta liquirizia

Cenni botanici

La Glycyrrhiza glabra, più comunemente conosciuta come liquirizia, è una pianta perenne ascritta alla famiglia delle Fabaceae, ed annovera circa 18 specie. Il nome scientifico proviene dal latino "glucos" che vuol dire "dolce", mentre la particella "rhiza" significa "radice", che delinea appunto la dolcezza data da questa pianta. La liquirizia ha portamento arbustivo, raramente supera i due metri d’altezza e presenta un fusto coriaceo verde scuro. Le foglie sono lisce, lanceolate e di colore verde, mentre i fiori sono singoli e di colore rosato. È originaria della macchia mediterranea e dell’Asia e da secoli è utilizzata nell’industria dolciaria, in erboristeria e nella medicina tradizionale cinese per la cura di diversi disturbi e patologie. Raggiunti i quattro anni d’età la pianta viene tolta dal terreno e le radici, che raggiungono lunghezze notevoli (dai due ai tre metri), vengono pulite, tagliate ed essiccate, pronte per essere vendute pure o lavorate per l’estrazione del principio attivo, la glicirrizina.
Pianta di liquirizia

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Storia ed usi della liquirizia

Radici di liquirizia La liquirizia affonda le sue radici in epoche remote: già nel 350 a.C. il medico e filosofo Ippocrate ne descrisse le molteplici capacità curative delle radici a carico del sistema digerente e del fegato, nonché la possibilità di utilizzare un unguento a base di foglie di liquirizia per curare ferite ed irritazioni della pelle. Lo sviluppo massimo e le informazioni più dettagliate provengono dalla Cina; la liquirizia è infatti coltivata e usata da oltre cinquemila anni per la cura della tosse, della febbre, delle coliti e per purificare i reni ed il fegato. Ancora oggi è un componente essenziale della medicina tradizionale, che ha esteso le sue radici anche ai popoli vicini. Intorno al 1400 la liquirizia fu introdotta in Europa come ingrediente base per la cura di patologie legate a polmoni e fegato, e la sua produzione è diventata fiorente soprattutto nelle regioni meridionali, dove il clima permette agevolmente la crescita della pianta. In Italia la regione che ha fatto la storia della liquirizia è la Calabria, dove ancora oggi è ampiamente coltivata e venduta in tutta Europa, soprattutto per l’industria dolciaria.

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La pianta di liquirizia: come reperirla e coltivarla

Apice della pianta di liquiriziaLa liquirizia è facilmente reperibile presso vivai specializzati o direttamente presso i maggiori coltivatori del settore. Grazie ad internet è possibile contattare facilmente aziende dirette che non di rado offrono al pubblico dei kit appositamente studiati per la coltivazione, in casa o in giardino, della liquirizia. Partire dai semi è sicuramente più semplice: essi vanno piantati in primavera, utilizzando come substrato di accrescimento un terriccio universale ben drenato (è consigliato l’uso della vermiculite), a circa quattro centimetri di profondità. Le annaffiature dovranno essere sporadiche, ma si avrà cura di tenere il terriccio umido (ma non fradicio) almeno per i primi mesi. Una volta raggiunta un’altezza di circa dieci centimetri si potranno trasferire le piantine in vasi più grandi o direttamente in giardino, ricordandosi di posizionarle in luoghi assolati e con terreno ben drenato. La crescita della liquirizia è lenta, ma selezionando piante robuste e in salute vedremo nel giro di poco tempo la fioritura.


Pianta liquirizia: Potatura e raccolta

Infiorescenze di liquirizia Data la sua notevole capacità di adattamento (in alcune regioni la liquirizia cresce anche spontaneamente in zone incolte) e la sua resistenza alle temperature estreme, la liquirizia ha bisogno di poche cure. L’unica accortezza sarà quella di evitare innaffiature frequenti una volta piantata in giardino, dal momento che teme i ristagni d’acqua e l’umidità: bagnare leggermente il terreno 2-3 volte al mese nei periodi estivi sarà sufficiente, mentre in quelli invernali sospenderemo la pratica per permettere alla pianta il rinnovo delle foglie. Le potature consisteranno solo ed esclusivamente nell’eliminazione di rametti e foglie secche, evitando di tagliare le cime che potrebbero portare rapidamente la pianta alla morte. Dopo quattro anni dalla semina si procederà alla raccolta della radice: con una vanga si scaverà delicatamente in profondità per portare alla luce la radice e, una volta estratta, andrà pulita e tagliata in piccoli pezzi. L’operazione va eseguita in estate, per permettere la totale asciugatura ed essiccatura delle radici riposte su appositi vassoi coperti di carta assorbente, da rinnovare a giorni alterni.


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