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Essendo vermi dotati di una cuticola molto spessa e pluristratificata, i nematodi hanno la possibilità di vivere in ambienti estremamente diversificati fra loro. Questo vuol dire che riescono a infestare le piante sfruttando condizioni particolari di terreno e clima, ma soprattutto che riescono a sopravvivere alle stesse, rendendo la loro eliminazione veramente un' impresa difficile. La loro azione si esplica in modo molto semplice, sono attirati da terreni definiti "stanchi", cioè quelli non sottoposti alla pratica della rotazione delle colture e impoveriti a livello di sostanze nutritive. Questi piccoli vermi, si annidano nelle radici delle piante, pungendo i loro tessuti e succhiandoli. In questo modo le piante non riescono ad avere una crescita corretta, e tendono a mostrare un aspetto avvizzito a livello fogliare.
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Le piante che vengono colpite da questi piccoli vermi lunghi fino a 6 cm sono quelle da orto. Patate, melanzane, pomodori subiscono l'infestazione quando la temperatura del terreno tende a salire nella stagione primaverile. Ciò accade spesso in piante coltivate in regime di monocoltura e in modo intensivo, condizioni che favoriscono quindi l'insorgere della parassitosi. Come già detto, i nematodi rendono la crescita delle piante estremamente difficoltosa, e anche la loro eradicazione non è una cosa semplice da ottenere. La migliore arma in questo caso è la prevenzione, con lo studio del terreno nel quale si andrà a porre a dimora la pianta. Vi sono anche piante soprannominate trappola che li attirano e li bloccano al loro interno, non sempre però efficaci. Ugualmente poco incisivi risultano essere altri metodi quali la sterilizzazione del terreno, infusi di vario tipo e funghi e batteri antagonisti dei vermi.
I nematodi sono duri da eliminare, ma non gradiscono nella maniera più assoluta i terreni ricchi di sostanze organiche e in particolare di azoto. È opportuno utilizzare fertilizzanti che ripristinino la componente organica del terreno, in questo modo infatti sarà più facile, per la flora batterica che si forma successivamente, bloccare e contenere lo sviluppo dei nematodi, normalmente veloce. Essenziale rimane comunque l'applicazione di un piano di rotazione delle colture, favorendo l'inserimento delle leguminose, che impediscono lo sviluppo dei parassiti. A tale pratica si può accompagnare anche la coltivazione di specie tossiche per i nematodi, quali il rafano, il tagete e la senape bianca, nematocidi naturali e privi di effetti collaterali. In alternativa vi sono dei nematocidi di sintesi, fertilizzanti specifici, che vanno applicati sul terreno prima del suo utilizzo.
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