Orto balcone


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quale varietà di ortaggi preferisci?

Fattori da valutare

L’orto balcone è una pratica agraria a gratificante gestione ‘fai da te’ di comodo accesso per ottenere anche in città un minimo di produzione salutare ed economica di erbe aromatiche e ortaggi a rapida raccolta per il consumo famigliare. Progettando l’ambientazione da sfruttare e attrezzare, si possono adottare le specifiche tecniche delle coltivazioni intensive fuori suolo adeguandole allo spazio più o meno contenuto da ritagliare tra quello disponibile a portata di mano all’esterno dell’appartamento, a chilometri zero. L’orto sul balcone diventa così un angolo verde pensile che consente di dedicarsi alla pratica orticola per hobby e di raccogliere con soddisfazione una produzione domestica di ortaggi freschi, di qualità e di ottimo sapore, ancora più salubri se coltivati applicando i criteri dell’agricoltura biologica.

Considerando che occorrerebbero circa 100 m² di suolo coltivabile per diventare produttori autosufficienti di chili di verdura, è fondamentale stimare innanzitutto lo spazio da adibire all’allestimento: un balcone anche di minime dimensioni in mancanza di un terrazzo con pergolato, ringhiere alle quali agganciare portavasi, pareti da attrezzare con tralicci per piante rampicanti, magari qualche davanzale.

Secondo fattore da valutare per raggiungere un risultato soddisfacente di resa è l’esposizione al sole: le piante richiedono di ricevere almeno 5-6 ore di luce solare diretta nell’arco della giornata, per cui l’orientamento più adeguato per un orto balcone è verso est, sud ed ovest.

Con un po’ di esperienza si imparerà anche a combinare con creatività le varietà di colture così che giocando con i colori, oltre che con le forme e le dimensioni, si riuscirà ad abbellire esteticamente e in modo naturale lo spazio fuori casa oltre che a portare in tavola, appena colto, il frutto delle lavorazioni agricole.

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Allestimento

In funzione dell’estensione dedicata e dell’obiettivo di produzione, il razionale ingombro dei vasi in terracotta (preferibile per la proprietà di garantire una traspirazione ottimale) o in altro materiale purché pesante (eccetto eventuali vaschette leggere per le insalatine) è da vagliare con attenzione per assicurare uno spazio di crescita vitale alle radici delle piante, anche se non possono riuscire ad estendersi liberamente, in modo da consentire di sviluppare comunque la parte aerea nel modo migliore. I vasi di dimensione adeguata (circa cm 40 di lato, profondità di cm 40-50) a sostenere in modo stabile le piante quando saranno cresciute potranno essere posizionati su funzionali piattaforme mobili dotate di ruote, pratiche da spostare per eseguire lavorazioni e per sfruttare al massimo la luce solare a disposizione. Oltre a razionalizzare lo spazio disponibile con una serie di classici contenitori in coccio di forma rettangolare o quadrata allineati in fila, vasetti per coltura singola possono essere riservati a piantine aromatiche (dragoncello, menta, timo). Il fondo con foro centrale di ogni vaso deve essere ricoperto con uno strato di qualche centimetro di spessore di ghiaia in modo da mantenere il terriccio a posto, senza che riesca a fuoriuscire dopo un'annaffiatura.

E’ consigliabile che il terriccio migliore, arricchito con sostanze nutrienti bilanciate, soffice e di medio impasto, di tipo biologico oppure universale contenente torba e perlite, venga comunque concimato: il concime organico a bastoncino è da interrare in sede di trapianto o da diluire in soluzione liquida durante l'annaffiatura ogni 2 settimane; l’impiego alternativo di fertilizzante chimico all’epoca della fioritura, attenendosi strettamente ai dosaggi consigliati per non rischiare di bruciare le radici delle piante, consiste in diluizioni in acqua da applicare nel caso anche una volta alla settimana, eccetto che al fagiolo, oppure nei più utilizzati pratici tipi granulari a lento rilascio di minerali da mescolare al terriccio universale al momento dell’invaso e da ripetere 2-3 volte l’anno.

Oltre a sottovasi ed eventuali portavasi, pensili, ecc., come attrezzatura servono teli e/o cappucci di agritessuto o tessuto non tessuto (TNT) per coprire e riparare le piante dal gelo invernale, se non si ritiene di montare una serra, ma è consigliabile mantenere tutto l’anno la protezione sui vasi dell’orto balcone urbano per proteggere da polveri sottili da inquinamento pur lasciando filtrare raggi del sole ed acqua.

Soluzioni salva spazio di nuova concezione, anche da balcone, sono l’orto in verticale a grandi pannelli a substrato fertile con tasche nelle quali coltivare piante a corta radice oppure alti tavoli a carrello mobile in acciaio galvanizzato antiruggine specifici per crescere verdura e frutta di ogni genere.

Per bagnare regolarmente poche piante dopo il tramonto versando acqua a temperatura ambiente correttamente lungo i bordi del vaso, invece che a pioggia o al centro verso le radici, possono bastare un innaffiatoio e un nebulizzatore, mentre per un approvvigionamento a raggio esteso risulta più pratico fare proseguire la rete di rifornimento idrico fino al di fuori di una porta finestra per inserire sul balcone un rubinetto da comodo prelievo oppure collegare un impianto automatico di irrigazione a goccia per garantire umidità costante al terreno. Il terriccio dentro ai contenitori tende ad asciugarsi rapidamente soprattutto in pieno sole, in calde giornate ventose e in particolare da aprile a settembre, così che le piante che manifestano evidenti segnali di appassimento richiedono un’irrigazione una o due volte al giorno, meno frequentemente nei mesi freddi. Questo fabbisogno di acqua può essere contenuto riducendo in parte l'evaporazione dai vasi tramite l’applicazione di uno strato di pacciamatura, proteggendo le piante con frangivento e posando i contenitori su strutture rialzate da terra così da permetterne un certo movimento d'aria al di sotto.

Oltre a guanti e grembiule da giardinaggio, occorrono in dotazione alcuni indispensabili piccoli attrezzi, come coltellino, forbici, paletta, rafia (per legare), trapiantatoio, di facile reperibilità e di minimo costo, mentre altri sono ad uso più specifico (foraterra, spargiseme).


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Orto balcone: Semina e trapianto

Iniziare la coltivazione direttamente dal seme è una procedura economica, laboriosa, da effettuare in base al calendario delle semine e che produce una raccolta differita nel tempo. Per le prime esperienze può essere meno difficoltoso orientarsi verso sementi di maggiore dimensione (carote, fagioli, piselli). Nel caso dei fagioli, 3 semi interrati a maggio (in ogni piccola buca nella terra umida entro una cassetta rettangolare profonda) giungono a germinazione in soltanto 2-3 giorni; le varietà rampicanti si allungano da sole su un tutore predisposto fino a 2-3 metri di altezza, anche appoggiato a una spalliera, altrimenti si devono legare con estrema delicatezza e si lasciano continuare a seccare fino alla raccolta a fine settembre allo scopo di consumarne i semi interni. I fagiolini nani crescono a cespuglietto, si raccolgono in corso di maturazione a partire da giugno (o comunque dopo un mese dalla semina) fino alla rifioritura in ottobre e si assaporano con il baccello; i piselli si seminano invece a febbraio. A fine autunno in latitudini più calde o in primavera in quelle più fredde, si possono seminare 3 semi di fava per vaso, distanziati una decina di centimetri, ancor meglio dopo una precedente permanenza di 1-2 giorni in acqua; dopo la raccolta delle cime giovani e tenere di fave per cucinarle a vapore, le piante proseguono ad allungarsi richiedendo un sostegno.

Per una buona resa in vaso, l’insalata da taglio richiede tanti contenitori, anche appesi a muro, nei quali seminare in momenti diversi a scalare, oppure ogni mese, alcuni pizzichi di semi senza preoccuparsi dell’eventuale alta densità colturale; le foglie da immediato consumo, cresciute fino ad almeno una decina di centimetri di altezza, si tagliano a 2 cm. dalla base e, in seguito, si continuano a prelevare le nuove crescite per 3-4 volte a pianta.

Più agevole e veloce come riuscita è la coltivazione di partenza da piantine appena nate in vivaio, da acquistare e trapiantare dopo il tramonto di una giornata non troppo calda e assolata nel periodo primaverile da fine marzo a tutto il mese di aprile. Per il trapianto, scavata una buca nel terriccio utilizzando un trapiantatoio, si estrae la piantina premendo su lati e fondo del vasetto in modo da mantenere il panetto di terra aderente alle radici e la si interra fino al colletto premendo attorno in superficie prima di innaffiare subito.

La semina di piante annuali (basilico, prezzemolo, rucola) e di erbacee perenni dall’arbusto sempreverde (maggiorana, origano, rosmarino, salvia, timo, ecc.) è una valida coltura di partenza in vaschette poco ingombranti, a crescita veloce e di popolare impiego culinario. Queste erbe aromatiche crescono agevolmente sfruttando terricci ben drenati entro vasetti fissati a davanzali, agganciati a ringhiere o in grandi contenitori posizionati in zona soleggiata.

Per agevolare una buona produzione di foglie di basilico da raccogliere a necessità occorre trapiantare le piantine e distanziarle di 5 cm in vasi poco profondi di largo diametro, bagnare quotidianamente ed eliminare i boccioli appena fioriscono. Le stesse procedure valgono per le produttive piantine di prezzemolo da spostare a 3 cm. l’una dall’altra e che ad ogni taglio continuano a germogliare per quasi 2 anni, ma in inverno devono venire protette e riparate. Trascorso il periodo di riposo invernale, l’erba cipollina trapiantata in ampi vasi riprende a svilupparsi e, tagliata poco sopra livello terra, sostituisce cipolle e scalogni in cucina, mentre per quanto riguarda l’aglio, si devono semplicemente piantare i bulbilli a 6-7 cm di profondità con l’apice posizionato verso l’alto.

Si adattano bene ad essere coltivate in vaso anche piante di ortaggio di ingombro medio-grande, ossia di melanzana, pomodoro e peperone, a seconda dei climi, mentre quelle di cetriolo, sedano, zucchina e zucca (che forniscono molti fiori da friggere e da cucinare in risotti) hanno bisogno di contenitori profondi di largo diametro.

La produzione di melanzane e peperoni da staccare a mano nel periodo di maturazione tra luglio e settembre si ottengono trapiantando in vaso a giugno e innaffiando con costanza le piantine autoportanti. Il peperone dalle innumerevoli varietà, forma, colore, piccantezza, inizia a produrre di continuo frutti a partire da 6 settimane dopo la messa a dimora.

A partire da maggio, si possono invasare le piantine di pomodoro da trapianto, ancor meglio di varietà a periodo di raccolta misto, precoce e tardivo, per lasciarle sviluppare da sole in altezza, nel caso legandone il fusto a un supporto opportuno (canne di 2 m. o spalliere dietro a vasi addossati a muro). Le varietà nane, che non richiedono tutore, bagnate tutte le sere iniziano a produrre i primi frutti maturi dopo qualche settimana dall’avvio dell’impianto. Dalla pianta in sviluppo occorre eliminare i getti cresciuti di 2-3 cm. al di sopra dell’attaccatura delle foglie e tagliare in cima il germoglio apicale quando si sono venuti a formare dai 6 agli 8 grappoli di frutti.

La pianta strisciante di zucchina non necessita di cure particolari, soltanto un vaso profondo, anche pensile ben sostenuto, per produrre frutti da raccogliere appena raggiungono i 20-25 cm. di lunghezza e presentano una buccia resistente alla pressione manuale. Due o tre piante di cetriolo, melone e zucca possono anche venire legate a una ringhiera, ma bisogna contenerne l’espansione e, una volta sviluppate fino alla dimensione preferita, asportarne le estremità dei rami in modo tale da ottenere una produzione più copiosa con frutti di maggiore pezzatura.


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