Rafano

L'irrigazione del rafano

Il rafano è una pianta che può nascere anche spontaneamente e se trova un terreno adatto può diventare addirittura infestante. Se decidiamo di coltivarla nel nostro orto, dunque, dobbiamo riprodurre il più possibile le condizioni ideali per lo sviluppo. La prima considerazione da fare è che al rafano non deve mai mancare l'acqua. A seconda della regione in cui viviamo e della stagionalità delle piogge potrebbe essere necessario irrigare frequentemente. Le normali precipitazioni atmosferiche, infatti, potrebbero non essere sufficienti alla pianta. Il rafano tollererebbe molto male i periodi caratterizzati da una lunga siccità. È preferibile, per coltivazioni con diverse piante di rafano, installare un sistema di irrigazione che assicuri sempre il giusto quantitativo idrico necessario per la crescita del rafano.
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Come prendersi cura del rafano

Rafano raccolto La coltivazione del rafano si può fare con successo a partire dalla suddivisione dei cespi. Bisogna fare attenzione a non rovinare l'apparato radicale ma è necessario operare comunque con un'azione netta e decisa. Una volta interrato, il rafano, inizierà facilmente a svilupparsi. Al rafano bisognerebbe assicurare un grado di umidità del terreno il più possibile costante. Pertanto sarebbe raccomandabile utilizzare la tecnica della pacciamatura, ricoprendo la base con del materiale preferibilmente naturale come le cortecce o gli sfalci d'erba, in modo da proteggere la superficie. La crescita può essere favorita anche dall'operazione di sarchiatura del terreno, rinfrescandolo con una zappetta senza andare in profondità e rimuovendo periodicamente le erbacce infestanti che sottraggono nutrimenti.

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Terreno e concimazione del rafano

Pianta di rafano L'habitat migliore per lo sviluppo del rafano è vicino ai corsi d'acqua, dove il terreno è umido e sciolto. Le radici devono potersi sviluppare liberamente ed è dunque raccomandabile una preparazione preventiva. Dovremo vangare e zappare in profondità, assicurando al rafano il giusto substrato. Il terreno dev'essere fertile e, nel caso non lo fosse a sufficienza, può essere necessario ricorrere ad un concime organico o del letame maturo da interrare con anticipo sulla coltivazione. A primavera, quando il terreno sarà pronto, potremo piantare i cespi del rafano, almeno considerano una decina di centimetri di profondità. Dovremo poi distanziare le piante di 50cm l'una dall'altra. La pianta di rafano produrrà radici apprezzabili per l'uso culinario dopo il secondo anno di età e potrà essere lasciata a dimora ringiovanendo di volta in volta la coltivazione interrando alcuni rizomi del raccolto precedente. A primavera può essere utile arricchire nuovamente il terreno con del compost.


Rafano: Esposizione, clima e raccolta del rafano

Rafano pronto per il consumo La condizione climatica in cui il rafano cresce meglio è il fresco. Sebbene si possa coltivare il rafano in tutte le regioni italiane, le temperature e le esposizioni delle zone più fresche assicurano una migliore produzione. L'ideale sono le zone collinari intorno ai 100m di altitudine, in prossimità di rilievi, fino in pianura, purché non si tratti di un luogo a tutto sole dove l'estate è lunga e particolarmente calda. Il rafano può stare a mezz'ombra ed è quindi la soluzione ideale per riempire una parte dell'orto che non possiamo destinare ad ortaggi più esigenti in termini di irraggiamento diretto. La raccolta del rafano viene effettuata nel periodo autunnale prelevando non solo il rizoma ma anche parte della pianta. Può essere consumato fresco o conservato, anche tagliandolo a fette ed essiccandolo naturalmente.


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