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Coltivare questa pianta non è così difficile come sembra; la cosa importante è mantenerla sempre in un luogo luminoso, ma piuttosto umido e tagliare subito via gli steli che si fossero eventualmente seccati. Il Cyperus papyrus è una pianta che vive bene con una temperatura estiva compresa tra i 20 e i 27° C, invece nei periodi dell'autunno e dell'inverno la temperatura può scendere fino a 15° C. Prestate attenzione perché se è vero che sopporta temperature abbastanza basse, non sopporta, invece, il gelo che gli è fatale. Sia d'estate che d'inverno è una pianta che vive bene con 10 cm di acqua nel sottovaso perché ha bisogno di frequenti innaffiature. In primavera e in estate va concimata con concime liquido due volte a settimana invece in autunno ed inverno non va concimata.
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Chi pianta papiro anche per diletto, sa che si moltiplica con la semina, la divisione dei rizomi e la talea. Il papiro produce tanto seme, ma piccolissimo e agli esemplari che se ne originano servono anni per generare un rizoma in grado di sviluppare piante con molta vegetazione. Chi non vuole usare il seme pianta papiro con gli altri metodi. La divisione del rizoma si fa in autunno: svasare la pianta e produrre porzioni del rizoma, facendo in modo che vi siano anche le radici. Se siete per la talea agite in primavera o in estate: tenete la punta con una porzione di gambo lunga circa un terzo di quello che era in origine un fusto. Accorciate anche le foglie: dovranno avere una lunghezza di circa 3 cm. A questo punto potete immergere la talea in acqua, dalla parte delle foglie, ricordatevene.
Il nome papiro non indica solamente la pianta, ma anche il materiale che fu inventato dagli antichi Egizi per scrivervi sopra. Gli Egizi lo usavano per preparare i fogli da scrittura, più precisamente il suo fusto. Crescendo spontanea lungo le rive del Nilo, questa pianta rappresentava un prodotto a basso costo, disponibile in abbondanza. Il procedimento di preparazione consisteva nel tagliare i fusti della pianta a liste e poi farli macerare in acqua per alcune ore. Il metodo aveva lo scopo di renderli morbidi, per poter procedere alla fase successiva: la pressatura. A questo punto si avvicinavano le liste che per forza della pressione si trasformavano in un foglio unico. Materiale molto robusto, resistente nel tempo, del quale si sono trovati resti nelle tombe dei faraoni.
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