Pino domestico

Storia e habitat del pino domestico

Il pino domestico, denominato pinus pinea, è una conifera sempreverde appartenente alla famiglia delle pinacee. Si tratta di un albero diffuso nella maggior parte dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. In Italia è presente soprattutto nelle regioni centrali e meridionali della penisola ma in alcuni casi si può trovare anche in Liguria e Veneto. Si colloca per lo più lungo le zone costiere formando dei veri e propri boschi detti appunto 'pinete', i quali si fondono con la circostante macchia mediterranea. L'utilizzo del pino domestico iniziò a partire dagli anni Trenta quando il fascismo considerava questa pianta come simbolo dell'italianità per eccellenza. Oggi l'albero è spesso impiegato per completare strade e viali alberati nelle grandi città come Roma, dove si contano oltre 100.000 esemplari di pino domestico.
Panoramica di un pino domestico

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Struttura del pino domestico

Dettaglio di una pigna e degli aghiPer quanto riguarda la struttura morfologica del pino domestico, l'albero ha un'altezza di circa 20-25 metri e presenta un tronco eretto e corto con una chioma espansa che si allarga a forma di ombrello. La corteccia è per lo più rossastra e fessurata in grandi placche marroni e grigie. Come altre conifere simili, anche il pino domestico ha foglie aghiformi unite in coppie della lunghezza di 15 cm. I fiori invece si manifestano di un bel colore giallo e maturano di solito tra marzo e maggio. Dai fiori poi si originano gli stroboli, comunemente detti pigne, che prima sono di un verde splendente e poi diventano marroni una volta maturi. Dalle pigne si ottengono i pinoli, semi oleosi con una guaina esterna legnosa e della grandezza di un paio di centimetri. Fonte: http://phytoimages.siu.edu/

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Come coltivare il pino domestico

Immagine di un pino domestico a Roma Per coltivare il pino domestico è importante sapere che questi alberi prediligono i luoghi soleggiati o di leggera ombra. Non soffrono il freddo ma sono poco adatti alle zone alpine o montuose. Tipici delle regioni più calde e assolate, sono resistenti alla siccità e in genere non richiedono irrigazione ma basterà l'acqua piovana. Solo gli esemplari più giovani vanno innaffiati appena piantati nel terreno. Il pino domestico di solito preferisce i terreni sabbiosi e anche rocciosi mentre non tollera i fondi umidi e i ristagni d'acqua che possono far marcire le radici. Per la riproduzione della pianta invece, questa avviene per seme poiché i germogli derivano dai pinoli che vanno piantati. Si avranno così delle piccole piantine da tenere in vaso i primi anni.


Pino domestico: Protezione e cura del pino domestico

Particolare dei pinoli di pino domestico La coltivazione del pino domestico non è particolarmente complicata e non richiede grande dispendio economico e di energie. Come tutte le conifere però è una pianta che richiede un minimo di attenzione, sopratutto nelle prime fasi di sviluppo. Con una longevità massima di circa 200 anni, l'albero può subire l'attacco di batteri, funghi e insetti che possono comprometterne la crescita. Sono molto nocivi, ad esempio, il fungo Thyriopsis halepensis, tipico dei ristagni d'acqua oppure la Diplodia pinea, la quale invece provoca l'inaridimento degli aghi e il conseguente aborto delle pigne. Pericolosi sono anche i funghi delle radici che comportano un blocco della crescita e la perdita di aghi. Il pino domestico in rari casi può soffrire anche a causa dell'inquinamento, specialmente nei grandi centri urbani.


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