Il Parco del Gennargentu insiste in un territorio piuttosto variegato, sia dal punto di vista ambientale che geologico. La zona che si trova proprio sul famoso massiccio del Gennargentu è caratterizzata da rocce scistose nate durante gli sconvolgimenti dell’era paleozoica. Le cime della catena montuosa raggiungono altezze comprese tra i 1500 e i 1800 metri. Tra i monti più noti ricordiamo il Monte Spada, la cima più bassa( 1595 metri), e il Bruncu Spina, il monte più alto (1828 metri). La zona degli altipiani, ovvero quella del Supramonte è caratterizzata invece da rocce carsiche originatesi nel Mesozoico. Qui le vette difficilmente superano 1500 metri, mentre ve ne sono altre poco al di sopra dei 1000 metri. Tra queste citiamo il Monte Corrasi, cima più alta (1463 m), e Punta Solitta, alta appena 1206 metri. Il Parco del Gennargentu si estende su una superficie di circa quasi 74 mila ettari, su un’area protetta che comprende anche il Golfo di Orosei, da cui prende proprio il nome. La zona ricade nelle province di Nuoro, Cagliari e dell’Ogliastra. Il Paesaggio, al pari dell’ambiente, è molto variegato e permette di vedere e ammirare tante cose. I sentieri tipici di alta montagna mostrano cime completamente innevate d’inverno, mentre gli altipiani si mantengono piovosi tra l’autunno, l’inverno e la primavera. In questi luoghi meravigliosi e al tempo stesso suggestivi vive e prospera un vasto patrimonio florofaunuistico a cui dedicheremo uno specifico paragrafo. Intanto, gli escursionisti devono sapere che i percorsi del Gennargentu si possono attraversare a cavallo, in bici e con fuoristrada. Attraverso le vallate si possono raggiungere anche zone umide ricche di fiumi, torrenti e le splendide spiagge della Sardegna. Durante le escursioni si può sostare nei numerosi punti di ristoro e di soggiorno che animano tutta l’area che gravita attorno al Parco.
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Il Parco nazionale del Gennargentu venne istituito nel 1998, anche se era già stato individuato dalla legge quadro per le aree protette varata nel 1991. L’istituzione del Parco non fu semplice, anche perché segnata dai contrasti con i comuni e le popolazioni locali che stavano per ricadere nell’area classificata come “protetta”. Gli abitanti del posto temevano infatti che le attività economiche sarebbero state seriamente compromesse dall’attività di tutela, mentre quelle legate alla promozione del Parco non venivano ancora definite, al pari dei finanziamenti che avrebbero dovuto sostenerle. All’epoca venne anche impugnato il decreto di istituzione del Parco, impugnazione respinta nel 2008 dal Tar della regione Sardegna, dove si dichiarava la non procedibilità del ricorso sulla base di una legge del 2005 ( la numero 206), che stabiliva, per l’istituzione del Parco, solo l’accordo dello Stato e della Regione. Le polemiche locali sull’istituzione del Parco comprendevano anche i timori di una scarsa rappresentanza delle istituzioni locali all’interno del Consiglio incaricato delle direzione del Parco. Il Consiglio Direttivo era infatti composto da 12 membri, di cui solo cinque, appartenenti alle comunità locali. Oggi, comunque, il Parco del Gennargentu esiste e rappresenta uno dei tanti gioielli della Sardegna.
Sarà perché siamo in Sardegna, sarà perché il paesaggio è ricco e variegato, ma la flora e la fauna del Parco del Gennargentu sono davvero innumerevoli e quasi difficili da elencare. Specie endemiche si incrociano infatti con specie rare o tipiche di ambienti più diversi, sia in campo vegetale che in quello animale. Iniziamo dalla flora. Questa comprende arbusti di montagna come pioppo, tasso e noce bianco e foreste a galleria ricche di ontani neri, specie tipiche delle valli che diradano verso i torrenti. La flora del Parco è anche ricchissima di frutti di bosco, come il ribes del Limbara, ma troviamo anche la rosa di montagna, l’elleboro di Corsica, la genziana e il ranuncolo a foglie di platano. Presenti anche piante tipiche di altre regioni, come il crespino dell’Etna. Non mancano anche arbusti nani o piante dal portamento basso come il ginepro nano , il prugnolo prostrato e la rosa dei Serafini. Alle basse altitudini si trovano specie come l’acero minore, il faggio, il leccio e il castagno. La zona è caratterizzata anche dai boschi di roverella e da specie rare ed endemiche come l’aquilegia di Sardegna. La fauna comprende la lepre sarda, il ghiro, la volpe sarda, il ratto nero, il cinghiale, il muflone e la donnola. Reintrodotti invece il daino e il cervo sardo. Presenti anche numerosi esemplari di rettili, anfibi, uccelli e pesci.
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