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Apprezzato per la sua robustezza e la tolleranza ai diversi climi, il mirabolano ha un frutto succoso e dolce. Esso può crescere sia in terra che in vaso, arricchendo un balcone con i frutti e i fiori. Non vi è molta differenza se l'impianto avviene in terra o in vaso, se non per la dimensione del mirabolano da piantare. Il momento ideale per interrare il mirabolano è tra novembre e marzo. Il terreno che riceve l'impianto deve essere una miscela di due terzi di terra fresca e un terzo di humus. Non bisognerà dimenticare di drenare il fondo, depositando uno strato di ghiaia. Ciò consentirà di evitare ristagni d'acqua. L'efflorescenza ha luogo dalla fine dell'inverno sino all'inizio della primavera. E' composta da una moltitudine di piccoli fiori rosa con cinque petali. I frutti appaiono dopo la fioritura e divengono maturi verso il mese di luglio. La potatura potrà essere effettuata dopo lo sboccio, ma solo in caso di necessità.
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Si cercherà di mantenere un ambiente biologicamente attivo, con un equilibrio che garantisca una fruttificazione ottimale. Non sono richiesti grandi apporti di elementi minerali, salvo che per il potassio. L'assorbimento di potassio raggiunge un picco alla fine della primavera e all'inizio dell'estate. Ogni eccesso o carenza della fertilizzazione organica azotata può provocare conseguenze dirette sul mirabolano, quali il parassitismo o il calo della resa. Al momento dell'impianto si utilizzerà letame decomposto o compost. In seguito, ogni primavera, andrà posto concime organico alla base del mirabolano, con 15 cm. di buon compost, mescolato con stallatico. Questa pacciamatura organica ha il vantaggio di mantenere una buona freschezza alle radici durante l'estate. E' possibile terminare la concimazione fornendo un fertilizzante completo per alberi da frutto.
Il mirabolano richiede un'esposizione aperta e soleggiata. Tra le malattie fungine da temere, il marciume bruno e il corineo sono le più comuni. Il marciume bruno, causato dalla Monilia Taxa, provoca secchezza dei bouquet floreali. Si sviluppano dei cancri sui rami, che uccidono tutte le parti che si trovano al di sopra. Il corineo, causato dal Coryneum bejerinckii, si manifesta con la formazione di macchie circolari marroni sulle foglie, che si perforano facilmente. Inoltre, sui rami nascono piccole lesioni circolari che lasciano trasudare della gomma. Per combattere entrambe le patologie, si taglieranno i rami malati. Saranno spruzzati fungicidi a base di rame (poltiglia bordolese), o a base di captafol e di tiram. Si procederà dalla caduta delle foglie, sino, al più tardi, a gennaio. Se vi sono attacchi di afidi o cocciniglie durante l'estate, si utilizzeranno insetticidi specifici.
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