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L’oleandro cresce molto rapidamente, non teme la siccità e si adatta anche a terreni salini; è una pianta molto velenosa. Esistono molto varietà create dall’uomo, a fiore semplice, doppio e semidoppio, hanno colori variegati e diverse sfumature, eccone alcune: Mont Blanc, Alsace, Altini, Hardy Red, Italia, Maravene, Emile, Hardy Pink, Magaly, Margaritha, Sealy Pink, Angiolo Pucci, Mrs. Roeding, Rosita, Soleil Levant, Tito Poggi, Luteum Plenum, Marie Gambetta, Hawai. Una curiosità: il significato dell’oleandro, nell’antichità, era di buon auspicio e fortuna, col passare del tempo però, forse perché scoperta la sua tossicità, è diventata un simbolo funereo.
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La caratteristica più nota che si associa dell’oleandro è la sua elevata tossicità che è data dalla ouabaina, ogni parte di questa pianta è velenosa, foglie, tronco, semi e, nel caso si bruciassero queste parti, bisognerà stare attenti a non respirarne il fumo.
Anche dell’oleandro abbiamo moltissime specie, di seguito vi parleremo delle principali.
L’oleandro gradisce luce del sole ed ambienti ben aerati durante tutto il periodo dell’anno. Questa pianta si adatta bene sia a temperature piuttosto elevate che a quelle molto rigide ma, per un ottimo sviluppo, sarebbe opportuno coltivarla ad una temperatura di circa 18°C.
La moltiplicazione dell’oleandro avviene per seme o per talea.
Quella per seme è svantaggiosa per due motivi: il primo è perché il seme prima di svilupparsi impiega moltissimo tempo, il secondo, come detto per molte altre piante, è che non si avrà mai la certezza di avere piante uguali a quella madre. Di seguito spieghiamo brevemente come avviene la moltiplicazione per talea dell’oleandro:Si devono prelevare le talee nella stagione primaverile, esse dovranno avere una lunghezza di circa 10-15 centimetri, dopodiché si metteranno semplicemente in un bicchiere d’acqua affinché si formino le radici. Raggiunta la lunghezza di circa due-tre centimetri delle radici, le talee potranno essere piantate in un vaso con del terriccio adatto. Passate circa una o due stagioni le radici saranno forti e si potrà procedere al trapianto definitivo. In caso della coltivazione in vaso, in privamera-estate, mettere la pianta all’esterno. In caso di pianta giovane, cambiare ogni anno il terriccio presente nel vaso. Il vaso adatto alla coltivazione dell’oleandro deve essere più alto che largo perché le radici che si sviluppano vanno molto in profondità.Durante il periodo primaverile ed estivo l’oleandro deve essere concimato ogni quindici giorni; il concime che dovrà essere somministravo sarà di tipo liquido e andrà diluito nell’acqua di irrigazione. In autunno ed inverno non si deve concimare.
Come ribadito in precedenza, anche l’oleandro necessita di un terreno costantemente umido sia nella stagione estiva che in quella invernale, si dovrà quindi procedere ad un apporto generoso di acqua affinchè esso abbia sempre un giusto grado di umidità.Verso la fine dell’inverno, quando anche gli ultimi fiori si presentano sfioriti, si procede alla potatura dell’oleandro. Bisognerà dimezzare gli steli che hanno sfiorito, i rami andranno tagliati a circa dieci centimetri dalla base. A costo di essere ripetitivi, vi ricordiamo di indossare sempre dei guanti di gomma quando procedete alla potatura e ad altre operazioni di manutenzione della pianta, il suo grado di tossicità è altissimo.
Ci sono molti sintomi che ci fanno pensare ad un cattivo stato di salute della nostra pianta, molte volte siamo noi a causare questi malesseri con la nostra negligenza oppure, come per la maggior parte delle piante, le cause possono essere ricondotte all’attacco di parassiti.
Vi spiegheremo, di seguito, alcuni di questi sintomi, le cause e i possibili rimedi. Se, per caso, notate che le foglie della vostra pianta appassiscono o non riescono a svilupparsi, questo sarà sintomo di innaffiature troppo scarse, procedete quindi con l’intensificazione delle stesse. La cocciniglia bruna o cotonosa attacca anche l’oleandro, formando delle escrescenze marroni nella parte inferiore delle foglie oppure delle formazioni bianche che ricordano il cotone. Come ampiamente spiegato in altri articoli, cercate di eliminarle con un batuffolo di cotone bagnato di alcool. In caso di pianta adulta usare un antiparassitario adatto. Un altro parassita che attacca questa pianta è la fumaggine, questo fungo viene attratto dalle sostanze zuccherine prodotte dalla pianta stessa quando viene attaccata dai famosi pidocchietti: afidi anch’essi nemici di questa pianta. Alla contaminazione da questo fungo, le foglie presentano uno strato simile a polvere di colore nero e la pianta va incontro a progressivo deperimento. Diverse specie di ragno rosso fanno parte delle avversità di cui può essere vittima la nostra pianta. Le malattie che possono colpire questa pianta sono la maculatura fogliare, l’antracnosi e la rogna. Si possono prevenire con dei trattamenti specifici da ottobre a febbraio. L’oleandro è soggetto anche al seccume dei fiori e, anch’esso, necessita di trattamenti specifici nel momento in cui inizia la fioritura. Sulle radici, causati da tagli o dai trapianti, si possono formare cancri da Agrobacterium tumefacien, essi portano al progressivo appassimento della pianta.
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