Pitosforo nano

Caratteristiche generali del pitosforo nano

Un piccolo arbusto della famiglia delle Pittosporacee; è una pianta sempreverde, con una forma rotondeggiante e cespugliosa che grazie alle sue ridotte dimensioni è adatto sia ad una coltivazione in vaso che in piena terra. La coltivazione in vaso è utilizzata per formare isolate macchie di verde o per cingere le ringhiere di terrazzi e balconi; mentre nei giardini si utilizza per formare siepi di un bel verde scuro e lucido, poiché le sue foglie allungate possiedono una naturale lucentezza. Dalla primavera fino all'estate, più precisamente nei mesi che vanno da aprile a luglio, sull'arbusto compaiono i suoi profumatissimi fiori; nei colori che vanno dal bianco al giallo crema e odorano d'arancio. Il suo sviluppo massimo, una volta completato il suo lento accrescimento, sarà di circa 1 metro in altezza e 1,5 metri in larghezza.
Un cespuglio di <strong>pitosforo nano</strong> in un giardino roccioso

Robinia pseudoacacia [H. 200-250 cm.]

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Coltivazione del pitosforo nano

Esempio di Pitosforo nano allevato ad alberello, in vaso Il Pitosforo nano ama moltissimo il clima mite anche se può sopportare temperature invernali che arrivano fino ai - 5° C. Nelle regioni in cui non si superano queste temperature, una pacciamatura eseguita con paglia, generalmente, consente di proteggere bene le radici di questa pianta. La posizione può tranquillamente variare dal pieno sole fino alla mezz'ombra. Il Pitosforo nano sopporta male il vento, mentre si adatta alla siccità e anche all'aria di mare. Abbisogna di un terreno ben drenato, per evitare dei pericolosi ristagni d'acqua che comprometterebbero la sua sanità. Utilizzare allo scopo un terriccio formato da torba, sabbia e terra da giardino. In primavera e in estate, va annaffiato con regolarità, in modo da avere un fogliame folto e la nascita d’infiorescenze numerose.

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    Moltiplicazione e cure del Pitosforo nano

    Potatura di una siepe di Pitosforo nano Lo si può propagare con tre pratiche di riproduzione: la semina, la talea o la margotta. Riguardo alle talee, queste devono essere prelevate in maggio o in giugno, dai rami laterali; successivamente si pongono a radicare nei cassoni. Quando hanno emesso le radichette, si trapiantano le nuove piantine nei vasi che passeranno tutto l'inverno sistemati in cassone o serra fredda. Dovrà trascorre un altro anno con un'altra invasatura per poter mettere a dimora le nostre giovani piante. La pratica della semina, invece, segue questo meccanismo: in marzo si ripuliscono i semi dalla sostanza resinosa che li avvolge e si interrano in cassone freddo. Ci vorranno 3-4 anni per collocare a dimora le piantine. Per la potatura: iniziarla da aprile in poi, più volte l'anno per mantenere la forma della pianta.


    Principali parassiti e patologie del Pitosforo nano

    Afide Afidi, cocciniglie cotonose e brune sono i principali nemici del pitosforo nano. Le vittime principali delle cocciniglie cotonose sono le piante allevate in climi caldi e secchi. Le cocciniglie si uccidono irrorando le piante con un anticoccidico o passando un batuffolo di cotone imbevuto di acqua ed alcool sulle foglie malate. Le foglie della vostra pianta si sono ricoperte di escrescenze scure e sono diventate appiccicose? Siete in presenza di un attacco di cocciniglie brune. I rimedi sono gli stessi che potete adottare per le cocciniglie cotonose. Gli afidi amano le foglie e i fiori: si eliminano lavando la pianta con acqua e sapone neutro ( sciacquate bene la pianta, dopo) o con un insetticida specifico. Tenete a bada le formiche: allevano i pidocchi perché sono ghiotte della mielata che secernono questi animaletti.



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