Fico d'India - Opuntia

Il Fico d'India

Il fico d’India è una pianta che trae la propria origine dal Messico ma, attualmente, è diffusa e coltivata anche in molti paesi come gli Stati Uniti, Cile, nord e sud Africa, Brasile, Turchia, medio Oriente ed in Italia particolarmente nelle regioni del sud come Sicilia, Calabria, Sardegna e Puglia. In Sicilia il fico d’India cresce spontaneo sui vari tipi di terreno ed è coltivato in varie zone della regione, dopo il Messico, è la seconda maggior produttrice di questi frutti. Il fico d’India presenta abbondanti tessuti acquiferi, da qui ne deriva la caratteristica di essere una pianta succulenta, è una pianta perenne che può raggiungere un’altezza di cinque metri. Il fico d’India appartiene al genere delle Cactaceae che, a sua volta, si divide in quattro sottogeneri: Cylindropuntia con pale cilindriche, Platyopuntia con pale piatte, Tephrocactus e Brasiliopuntia. Come tutte le piante che ne fanno parte, viene chiamata anche pianta grassa cioè pianta che è capace di accumulare acqua nei propri tessuti; la particolarità delle piante appartenenti a questo genere è di non avere rami e di sviluppare fiori direttamente dal fusto. Essendo una pianta originaria delle zone desertiche, il fico d’India si adatta a condizioni abbastanza estreme, ad esempio di giorno sole caldissimo e di notte freddo gelido. Le radici del fico d’India non sono molto profonde, arrivano in media ad una profondità massima di circa trenta centimetri ma, in compenso, hanno una buona capacità di estensione (anche di molti metri). Il fusto del fico d’India è composto da delle pale, cioè da fusti o rami modificati che hanno la funzione delle foglie, hanno forma piatta oppure ovale e possono avere una lunghezza da trenta a quaranta centimetri, una larghezza fino a venticinque centimetri e uno spessore massimo di tre centimetri. Il vero apparato fogliare del fico d’India è costituito da foglie di pochi millimetri a forma di cono, alla cui base si trovano delle ascelle modificate; sulla superficie delle pale sono presenti dei peli detti glochidi composti da uncini molto pericolosi e, in alcuni casi, il fico d’India può avere anche delle spine. I fiori di questa pianta sono molto belli ed appariscenti, possiedono sia organi riproduttivi femminili che maschili e possono avere diversi colori a seconda della specie: giallo, arancio, bianco, si sviluppano nel periodo primaverile-estivo. Il frutto è una bacca commestibile che presenta al suo interno tantissimi semi.

Una tradizione riguardante questa pianta, ancora attualmente usata durante il periodo di vendemmia, è quella di dare ai lavoratori delle vigne dei fichi d’India da mangiare per evitare che mangino troppa uva.

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Specie

cylindropuntia proligera 0824Di fico d’India ne esistono molte specie, di seguito vi parleremo delle principali e maggiormente diffuse.

Opuntia Ficus Indica: è il fico d’India più famoso, in Europa fu introdotto nella prima metà del 1500 per poi diffondersi a livello mondiale. Questa specie si divide in diverse varietà che possono avere spine oppure no.

Opuntia Policantha: è una specie che si sviluppa soprattutto in larghezza ed assume una forma a “cespuglio”. I fiori hanno un colore giallo a volte con qualche macchia rossa, sbocciano da luglio a settembre. Le pale presentano molte piccole spine di colore bianco.

Opuntia Humifusa: questa specie proviene dagli Stati Uniti del nord, come nella precedente i fiori sono gialli con macchie rosse e sbocciano da luglio.

Opuntia Compressa: la caratteristica di questa specie è di essere la più resistente a climi freddi.


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    Terreno e Tecniche di Coltivazione

    opuntia grandis 0836Il fico d’India è una pianta che può essere coltivata sia in pieno campo che in vaso.

    In pieno campo, come detto nei paragrafi precedenti, si adatta a vari tipi di terreno, in vaso si dovrà procedere all’operazione di rinvaso. Necessita di molta luce ma non di sole diretto che potrebbe danneggiarlo, se tenuto all’esterno durante la stagione estiva dovrà essere posto in una zona luminosa ma ombreggiata. Questa pianta è molto resistente a varie intemperie, ma sarebbe opportuno non esporla mai a temperature che scendano sotto lo zero perché soffrirebbe. Il rinvaso andrà fatto con un terriccio adatto mescolato a della sabbia grossa per favorire il drenaggio dell’acqua ed evitare ristagni idrici. Durante questa operazione sarebbe opportuno anche controllare la salute delle radici e, se ce ne fossero di malate, andrebbero eliminate. Come detto in precedenza, le radici del fico d’India si sviluppano molto in larghezza, sarà quindi opportuno ogni anno controllare se il vaso non sia diventato troppo piccolo per contenerle. Effettuato il rinvaso, stando attenti a non pungervi, apportate acqua al fico d’India immergendolo.


    Moltiplicazione

    La pianta del fico d’India si propaga per talea o seme.

    Ricordiamo sempre che la moltiplicazione per seme è incerta perché non si è sicuri di ottenere piantine nuove uguali alla pianta madre. Per avere la sicurezza sarà opportuno optare per la moltiplicazione per talea.

    Il periodo migliore per la moltiplicazione per seme è l’autunno. I semi vanno lavati e lasciati asciugare e, per favorire uno sviluppo più rapido, andrebbero messi in acqua calda per una notte; fatta questa operazione si passa alla semina distribuendo i semi uniformemente sul terriccio adatto mescolato a sabbia ben bagnato, interrandoli leggermente. A questo punto si posizionerà il contenitore con i semi in una zona luminosa ad una temperatura di circa venticinque-trenta gradi. Nel momento in cui le nuove piantine avranno germogliato e raggiunto un’altezza di circa cinque-dieci centimetri, saranno pronte per essere trapiantate nei vasi.

    Per quanto riguarda la moltiplicazione per talea si può effettuare in vari periodi dell’anno, se la pianta è coltivata all’esterno quello migliore sarà in primavera-estate, se coltivata al coperto ogni periodo è adatto. Vanno prelevate delle pale tagliandole con un coltello pulito ed affilato, fatta questa operazione le parti tagliate andranno coperte con un prodotto fungicida e lasciate asciugare, dopodiché andranno rinvasate a circa metà della loro lunghezza. Il contenitore con le talee andrà posizionato in una zona asciutta con temperatura di circa dieci-sedici gradi. Alla comparsa delle radici si potrà trapiantare. Fiori e frutti si vedranno dopo circa due-tre anni.


    Concimazione ed Irrigazione

    Il fico d’India va concimato nel periodo primaverile ed estivo con una frequenza di un apporto circa ogni mese, il concime deve essere di tipo liquido e mescolato con l’acqua d’irrigazione e deve contenere tutti gli elementi necessari per un corretto sviluppo della pianta, cioè: azoto, fosforo, potassio, magnesio, ferro, manganese, rame, Zinco, boro, molibdeno. Durante l’autunno e l’inverno non va concimata.

    L’apporto di acqua deve essere maggiore nel periodo primaverile-estivo, con cadenza di una somministrazione ogni settimana, mentre sarà minore durante la stagione fredda, sarà abbastanza una somministrazione ogni mese. Ricordate sempre di lasciare asciugare il terriccio tra un’innaffiatura e l’altra, anche il fico d’India teme i ristagni idrici.


    Potatura e Raccolta

    La potatura del fico d’India consiste nell’eliminare le pale cresciute in modo scomposto, deformate oppure ammalate, questa operazione si effettua in primavera o alla fine del periodo estivo. Si procede alla scozzolatura, cioè all’asportazione di fiori e pale sviluppatisi nel periodo primaverile, per avere dei frutti tardivi migliori.

    La raccolta dei frutti viene effettuata al momento della maturazione degli stessi, ci si deve servire di apposite protezioni per evitare di pungersi o di creare irritazioni, dopo la raccolta i frutti vanno lavati e successivamente si possono manipolare.


    Proprietà

    Molte sono le proprietà e gli usi del fico d’India, di seguito ve ne illustreremo alcuni.

    I frutti di questa pianta presentano delle proprietà astringenti e sono ricchi di vitamina C. La polpa contenuta nelle pale può essere molto utile per prevenire infiammazioni di ferite ed ha proprietà cicatrizzanti; il decotto dei fiori è utile per favorire la diuresi. Grazie alla ricchezza di vitamina C, un tempo il fico d’India era molto usato per combattere lo scorbuto, una malattia molto ricorrente nei bambini.

    Può essere molto utile un estratto di fico d’India Indica per curare le intossicazioni da alcool.

    I semi forniscono un olio commestibile con caratteristiche simili all’olio di semi di soia, di mais e girasole.

    In cucina le pale più giovani possono essere utilizzare come sostituti dei legumi e per preparare piatti.

    In alcuni paesi come il Messico, i frutti vengono mangiati appena raccolti oppure fatti bollire o essiccare e con la loro polpa si produce una mostarda, una marmellata, una bevanda alcolica oppure uno sciroppo.


    Malattie e Parassiti

    E’ una pianta molto resistente e forte, non presenta numerosi attacchi di malattie e parassiti, ma è soggetta a malesseri provocati soprattutto da una scorretta coltivazione.

    Può succedere che la pianta non emetta fiori ed assuma delle forme non comuni, questi sintomi possono essere causati da un insufficiente apporto di luce, quindi sarà opportuno trasferirla in una zona maggiormente ricca di luce.

    Se la pianta presenta uno scolorimento delle parti verdi ed esse sembrano vuote, questo sarà sintomo di scarso apporto di acqua durante le irrigazioni, a questo punto cercare di rimediare aumentando le innaffiature; al contrario, se la pianta diventa molle sarà invece sintomo di un eccessivo apporto di acqua. Se il fico d’India assume una colorazione scura, questo vorrà dire che è stato esposto a temperature troppo fredde, in questo caso bisognerà provvedere a posizionarlo in una zona più calda.

    Altri nemici del fico d’India possono essere: la cocciniglia, la farfalla del cactus che attraverso le proprie larve provoca l’ingiallimento della pianta, la mosca mediterranea della frutta che tramite le larve fa marcire la pianta.



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