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La coltivazione della siepe di pitosforo tobira è decisamente semplice, perché questa pianta è perfettamente adatta a vivere nel clima italiano: sopporta senza problemi il caldo estivo, e anche il freddo invernale, fino a -15°C. Predilige un terreno fresco, profondo e sciolto, che non risenta di ristagno idrico; le piante a dimora da qualche anno possono accontentarsi dell'acqua fornita dalle piogge, ma in caso di siccità prolungata è necessario fornire acqua in modo regolare, sempre attendendo che il terreno sia perfettamente asciutto tra due annaffiature. Le cure colturali sono poche e sporadiche; oltre alle annaffiature estivo, può risultare necessario coprire le piante in caso di gelo molto intenso e prolungato, nelle regioni del nord Italia; anche se generalmente un inverno assai rigido può rovinare solo gli apici dei rami, che vanno potati a fine stagione. In genere è una pianta che non viene attaccata da parassiti particolari, anche se la cocciniglia e gli afidi gialli possono causare problemi alle piante più giovani.
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Contrariamente a quanto avviene a molte piante da siepe diffusissime, il pitosforo non ha uno sviluppo vegetativo rapido e in genere le piante adulte non superano i 3-4 metri di altezza; per questo motivo non rende necessario potare gli arbusti regolarmente più volte all'anno, in quanto tendono a mantenersi abbastanza folti ed equilibrati. Per mantenere la siepe in forma sarà sufficiente una singola potatura annuale, da effettuare verso la fine dell'inverno, in modo da contenere i rami che hanno uno sviluppo eccessivamente al di fuori della sagoma iniziale della siepe e da tagliare tutte le ramificazioni che hanno subito danni durante i mesi freddi. Le piante giovani possono occasionalmente necessitare di una seconda potatura, fa effettuarsi a fine estate, in modo da dare alla siepe un aspetto compatto ed ordinato. Il pitosforo ha uno sviluppo che non risente del posizionamento di più piante vicine, e difficilmente tende a svuotarsi nella parte bassa; in ogni caso, durante le potature, è bene accorciare i rami alti, in modo da favorire lo sviluppo di ramificazioni anche alla base del fusto.
Nella gran parte dei giardini italiani si utilizza pittosporum tobira per creare siepi e bordure di vario genere; negli ultimi anni sta avendo successo anche pittosporum tenuifolium, di origini neozelandesi. Sebbene nelle zone di origine questo arbusto possa raggiungere dimensioni enormi, in Italia in genere si mantiene al di sotto dei due metri di altezza. Il fogliame è sempreverde, spesso con striature di colore bianco o argentato, visto che in Italia si coltivano soprattutto varietà decorative; la fioritura avviene in tarda primavera, e produce boccioli dal particolare colore marroncino; i fusti sono sottili e delicati, di colore scuro o rossastro. Rispetto al cugino p. tobira, ci troviamo di fronte ad un arbusto più delicato, con foglie sottili e minute, e un portamento più compatto ed elegante. La coltivazione è leggermente più difficile, perché questa pianta non sopporta la siccità, e al contempo non ama gli eccessi di acqua nel terreno. Lo sviluppo è molto lento e una intera siepe di pittosporum tenuifolium può impiegare qualche anno a diventare compatta e folta. In genere necessita di sporadici interventi di potatura.
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