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L’ambiente in cui l’orchidea phragmipedium gradisce vivere e proliferare è caratterizzato da temperature abbastanza elevate, se consideriamo che alcune specie possono vivere anche a più di 2500 metri di altezza; in particolare di giorno troviamo come perfette temperature che ballano intorno ai 30 gradi centigradi, mentre di notte stiamo sempre sopra i 16 gradi (che per una notte a più di 2500 metri di altezza sono tanti). Ovviamente però ci sono alcune specie della phragmipedium che resistono anche a brevi escursioni al di sotto degli 0 gradi centigradi. Ciò che la pianta esige è una grande ventilazione, senza però alcuna dannosa corrente d’aria fredda, in modo che possa resistere anche alle alte e basse temperature senza che si siano ristagni o gelate. Per quanto riguarda l’esposizione solare, l’orchidea phragmipedium è tra quelle che più amano stare alla luce solare; ovviamente c’è da precisare che non si deve mai trattare di una luce solare diretta, ma di una forte luminosità ambientale. Un test per verificare se la luce a cui abbiamo esposto la nostra pianta di phragmipedium è buona è quello del colore delle foglie: se è un verde brillante ed acceso allora abbiamo fatto centro, mentre se è troppo chiaro o troppo scuro allora la luce è carente.
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Il terreno ideale per una orchidea phragmipedium deve essere traspirante ma deve anche garantire un’umidità costante; per questo motivo tra gli ingredienti dovremo sicuramente trovare dello sfagno, corteccia di pino con aghi, bark, polistirolo e tutti quei prodotti che da un buon fioraio o vivaista potrete farvi consigliare allo scopo.
Per la orchidea phragmipedium il rinvaso è un’operazione davvero molto importante; questo è dovuto alla natura della pianta stessa, che arriva a far deteriorare il terriccio molto in fretta. Questo rappresenta poi un pericolo per la pianta stessa, in quanto non avrà poi abbastanza sostanze nutritive necessarie; dovremo intervenire noi al massimo ogni due anni, sempre nel periodo di marzo quando la fioritura non è ancora cominciata. Le accortezza fondamentali sono le solite per un’orchidea, ovvero grande attenzione alle radici (evitare di danneggiarle, ammorbidirle prima del travaso per facilitare il distacco dal vecchio vaso, curarle per eventuali ferite con alcool disinfettante o con appositi prodotti contro le malattie) e trasferimento in un vaso non molto più grande del precedente.
Le radici dell’orchidea phragmipedium sono abbastanza robuste rispetto alla media della famiglia delle Orchidaceae; non per questo però dobbiamo trascurarle e maltrattarle, soprattutto nell’operazione del travaso che vede come delicatissimo il procedimento di distacco delle radici dal vecchio contenitore.
La riproduzione dell’orchidea del genere phragmipedium è un’operazione non comune e non diffusissima, anche perchè non si hanno moltissime informazioni a riguardo; si sa che la maggior parte delle orchidee, con rarissime eccezioni, si riproduce tramite la divisione ad un certo punto della vita della pianta stessa. Nella coltivazione domestica essa può essere aiutata recidendo nel punto di separazione della pianta madre dalla figlia (i punti “keiki”) e rinterrando per vedere con pazienza crescere la nuova piantina.
La concimazione è importante per l’orchidea phragmipedium soprattutto per la fioritura, infatti nel periodo che la precede (gennaio – marzo) bisogna somministrare un concime sbilanciato verso il fosforo; invece nel resto dell’anno va benissimo un concime bilanciato ogni 15 giorni.
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