Non è affatto vero che una pianta appena acquistata va immediatamente rinvasata; questa è una credenza popolare che deve essere smentita, perché se i nostri nonni ci hanno spesso tramandato semplici ma importanti indicazioni, in questo caso la situazione è diversa. Infatti quando acquistiamo un’Orchidea e vediamo che nel vaso ci sono “altre cose” rispetto alla solita terra, come per esempio polistirolo o pezzi di corteccia, non vuol dire che il fioraio ha voluto risparmiare sulla quantità di terreno, bensì che quegli “ingredienti” hanno un loro ruolo nell’ambito del vaso e soprattutto rispetto a quella pianta specifica. In generale, ci devono essere solo le seguenti tre indicazioni che ci devono portare a decidere per il rinvaso della nostra orchidea: vaso evidentemente troppo piccolo e “colmato” dalla pianta, eccessiva vecchiaia del terreno che resta o troppo umido o troppo sgranato, presenza di parassiti nel terreno.
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Vogliamo innanzitutto che si ricordi che ogni operazione, quindi anche il rinvaso, fatta su qualsiasi pianta, quindi anche sull’orchidea, va compiuta con mani e strumenti accuratamente puliti. In particolare, le mani vanno lavate con sapone neutro mentre gli strumenti come le cesoie e le forbici vanno igienizzate e disinfettate con alcool, o ancora meglio disinfettate alla fiamma. Il consiglio che tutti gli esperti danno per il periodo di rinvasatura della pianta di orchidea è preciso: operare il rinvaso nel periodo appena successivo alla fioritura. Si tratta quindi del periodo di ricomincio della fase vegetativa, quando compaiono le prime radici nuove; proprio questa può essere un’indicazione sul momento adatto: quando le nuove radici sono lunghe 2 – 3 centimetri allora è il periodo perfetto per cambiare collocazione e “casa” all’Orchidea.
Un passaggio importante della rinvasatura è quello di preparazione della pianta, ed in particolare delle sue radici; infatti, come in pochissime altre specie di piante, le radici dell’orchidea sono una delle sue componenti più importanti ed anche quindi da trattare con maggiore attenzione. Il terreno della pianta ancora nel suo vaso “da cambiare” va abbondantemente bagnato e lasciato così per circa trenta minuti, in modo da ammorbidire le radici e permettere che esse siano abbastanza mobili e morbide da staccarsi dal vaso senza danneggiamenti. Se questa operazione non dovesse dare i frutti sperati, si dovrà provvedere a rompere il vaso, sempre con una certa delicatezza per evitare ogni danneggiamento radicale. Infatti, se le radici dell’orchidea subiscono qualche danno, sarà tutta la pianta a risentirne, sia come forza di vita che possiede e sia perché i parassiti e le malattie non attendono altro che un’autostrada come un danno alle radici per penetrare nel cuore della pianta e distruggerla dall’interno. Per questo motivo, sui tagli o sulle abrasioni provocate durante il travaso è bene utilizzare delle pomate funghicide che aiutino a schermare la pianta da invasioni di parassiti nel periodo della guarigione.
A seconda di quale specie di Orchidea stiamo coltivando, ci saranno precise indicazioni e trucchetti vari riguardanti il substrato da utilizzare; in ogni caso bisogna però tener presente che la prima regola per un buon terreno per l’orchidea è che esso debba essere tale da asciugarsi il più rapidamente possibile, in modo da evitare ogni ristagno d’acqua. Ciò vuol dire che dopo l’innaffiatura il terreno deve visibilmente non rimanere inzuppato d’acqua, e soprattutto poi nel giro di un’oretta al massimo deve asciugarsi quasi totalmente. I materiali di origine vegetale ideali per questi scopi sono: sfagno, torba di sfagno, osmunda, foglie di faggio, bark, lana di roccia, corteccia di sughero, carbone di legna, cortecce varie, terra di brughiera; invece, i materiali di origine minerale ideali per l’orchidea sono: pomice, argilla espansa, perlite, polistirolo espanso, vermiculite.
Per scegliere il vaso per rinvasare la vostra orchidea vi scegliamo di andare dal vivaista e di scegliere il vaso che vi sembra più adatto; dopodiché posatelo e prendete la misura immediatamente più piccola, sarà quella ideale perché l’occhio è sempre esagerato rispetto a ciò di cui la pianta ha realmente bisogno. Come materiali vi consigliamo la plastica trasparente, sia per tenere sott’occhio l’importante sviluppo delle radici e sia per permettere alle stesse di ricevere una certa quantità di luce che le renderà più forti ed attive.
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