Ippocastano

Cos’è

L’ippocastano è un albero secolare originario dell’Asia Occidentale e dell’Europa Orientale e diffuso ormai ovunque. Viene usato come pianta a scopo ornamentale di parchi e viali o come pianta isolata per creare ampie zone d’ombra. Raggiunge anche altezze di 25 metri e un diametro di circa dieci metri. Il suo nome botanico completo è Aesculus hippocastanum. Viene comunemente conosciuto come castagno d’India per via della similitudine dei suoi semi con quelli del castagno, ma riferiti all’habitat originario di questa pianta, cioè l’India. Si tratta di un albero che cresce fino ad altitudini di 1200 metri. La pianta resiste alle basse temperature ma non tollera la salinità del terreno e qui inquinanti atmosferici che ne fanno seccare le foglie. L’ippocastano si presenta con foglie cadenti picciolate, affilate e con nervature, raggruppate con impianti a 4, 5 foglie e una corteccia bruna e liscia con rami dentellati opposti, su cui appaiono gemme rossastre. I fiori di colore bianco, piccoli, con calice a cinque petali e una colorazione rosa o gialla nella parte centrale sono raggruppati in infiorescenze di grandi dimensioni. La fioritura avviene tra aprile e maggio. I frutti dell’ippocastano sono delle capsule rotonde di colore verde con degli aculei molto corti che contengono un seme simile alla castagna, ma più rotondo, chiamato “castagna matta”. Questa castagna ha un sapore amaro e sviluppa un odore fastidioso se viene cotta. Comunque è tossica e non commestibile. Il nome dell’ippocastano è legato anche agli usi che in passato si facevano di questa pianta i cui semi venivano usati come mangime per i cavalli. Oggi, a parte gli usi ornamentali, l’ippocastano trova largo impiego in fitoterapia. Le parti della pianta usate a questo scopo sono i semi ( opportunamente lavorati e privati della loro tossicità) e la corteccia dei rami più giovani.
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Proprietà

ippocastano2 Gli estratti dell’ ippocastano hanno effetti benefici su vene e vasi capillari che diventano più elastici e si rinforzano. L’azione rinvigorente del sistema venoso è dovuta essenzialmente a due principi attivi: escina ed esculoside, ricavati rispettivamente dai semi e dalla corteccia della pianta. L’escina rinforza i vasi capillari e riduce la loro permeabilità, mentre l’esculoside favorisce il riassorbimento fisiologico dei liquidi in eccesso che si formano nei capillari poco elastici. Questa azione combinata rinforza la parete dei vasi capillari portando alla riduzione di edemi, gonfiori alle gambe e riduzione delle vene varicose. Per queste proprietà gli estratti di ippocastano si impiegano per curare i disturbi da insufficienza venosa periferica, caratterizzati proprio da gambe gonfie e pesanti. Gli effetti benefici dell’assunzione di estratti di ippocastano, in questo caso, sono simili a quelli delle calze contenitive. Le proprietà delle sostanze attive di questa pianta si esplicano anche per problemi dovuti a fuoriuscita di capillari esterni, come le emorroidi. Le sostanze dell’ippocastano migliorano anche la circolazione del sistema linfatico svolgendo un effetto antitrombotico. L’efficacia nella riduzione dell’eccesso di liquidi negli edemi li rende utili anche per applicazioni esterne tese a combattere la cellulite e lenire dolori e traumi, dove si evince un certo effetto antinfiammatorio.


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Usi

Per esplicare i propri effetti benefici i principi attivi dell’ippocastano devono essere estratti e lavorati al punto da contenere sono le sostanze pure, private della loro tossicità. Dal seme dell’ippocastano si ricava un estratto secco titolato e nebulizzato contenente escina al 3% come previsto dalla Farmacopea ufficiale. Mentre dalla corteccia si estrae un estratto secco contenente esculoside. Entrambe queste sostanze sono usate per trattare l’insufficienza capillare venosa periferica. La dose consigliata di estratto secco contenente i principi attivi indicati è di 250 mg per tre volte al giorno che corrispondono a una dose giornaliera di 40 mg di escina. L’estratto secco va assunto a stomaco pieno e l’assunzione va dimezzata nella fase terapeutica di mantenimento. La dose consigliata di estratto secco di sola escina in capsule è, invece, di due capsule per due volte al giorno, prima dei pasti. La terapia in capsule contenenti escina è indicata in caso di emorroidi, problemi circolatori, stasi venosa, varici ed edemi agli arti inferiori. Gli estratti di ippocastano vengono anche commercializzati sotto forma di tintura madre, cioè di estratto idroalcolico. Questa forma farmaceutica è indicata per chi soffre di problemi circolatori. La dose consigliata è di 25 gocce sciolte in mezzo bicchiere d’acqua, prima dei pasti. La tintura madre di ippocastano si può usare anche per applicazioni esterne contro la cellulite. In questo caso basta diluire 100 ml di tintura in 500 ml di olio di oliva. Con il prodotto ottenuto si massaggerà ogni sera per un mese la parte del corpo interessata dagli accumuli adiposi. Gli estratti di ipocastano, in casi di sovradosaggio, possono dare problemi gastrointestinali e renali. Sono pertanto sconsigliati a chi soffre di problemi ai reni. In caso di edemi e gonfiori alle gambe, prima di assumere estratti di ippocastano bisogna consultare un medico in modo da escludere che i sintomi del gonfiore alle gambe siano provocati da malattie renali. Si sconsiglia lì’uso di estratti di ippocastano anche nei soggetti che assumono farmaci anticoagulanti.


Ippocastano: Costi dei prodotti

I costi dei rimedi erboristici a base di ippocastano si mantengono in una fascia di prezzo media. Una confezione da 60 capsule costa 14,50 euro, mentre un flacone da 50 ml di estratto idroalcolico costa poco più di 11 euro.



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