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Essendo l’Allamanda originaria di zone tropicali del continente americano, essa non è affatto abituata fin nel profondo dei suoi geni a temperature diverse da quelle miti; per questo motivo queste specie si sono ben adattate alla vita alle nostre latitudini ed in particolare in Italia, ma d’inverno hanno bisogno di accorgimenti particolari perché possono sopportare temperature che scendono anche fino a 5 gradi centigradi, ma per periodi molto limitati ed assolutamente non consecutivi. Va da sé che l’utilizzo migliore per l’Allamanda sia quello come pianta d’appartamento, perché così in inverno è tutelabile da correnti fredde ed eventi atmosferici forti. D’estate invece può essere tranquillamente esposta all’aperto, avendo però l’accortezza di evitare il sole diretto nelle ore centrali della giornata, mentre le gioverà molto il sole pieno alla mattina ed al pomeriggio (quindi bisogna adeguare la posizione per “coprirla” tra le 11 e le 15). In ogni caso l’ambiente dovrà essere sempre molto umido d’estate, quindi bisogna innalzare l’umidità con vari metodi, tra cui ricordiamo le vaporizzazioni costanti di acqua sulla chioma della pianta (d’inverno queste non sono necessarie quotidianamente, monitorando comunque il grado d’umidità).
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Il terreno che l’Allamanda preferisce ha caratteristiche precise: drenante, leggermente acido, ricco di materiale organico. Per la seconda e la terza richiesta ci sono prodotti specifici da acquistare per donare alla pianta quelle sostanza acide ed organiche che lei desidera, mentre per la prima richiesta, quella del drenaggio, ci sono più soluzioni: utilizzare come base del substrato dei cocci, utilizzare della pietra pomice nel miscuglio del terreno, non comprimere eccessivamente la terra nel vaso. Tutto ciò è particolarmente da imputare all’insofferenza dell’Allamanda verso i ristagni idrici, che saranno assolutamente da evitare.
Le tecniche di annaffiatura per l’Allamanda utili ad una sua corretta crescita e sopravvivenza negli anni sono due, una per l’inverno ed una per l’estate. Nei mesi da novembre a febbraio (cioè parliamo dell’inverno, dei mesi freddi) le irrigazioni devono essere sporadiche, evitando di bagnare eccessivamente la terra e soprattutto di farlo oltre i bisogni della pianta (evitare ristagni); d’estate invece bisogna annaffiare regolarmente, abbondantemente e frequentemente, facendo eprò attenzione sempre agli odiati ristagni.
La concimazione dell’Allamanda è da effettuarsi solo tra aprile ed ottobre, con un concime liquido generico per piante da fiori: E’ un prodotto che si trova facilmente in vivai e fiorai ben forniti; la dose è quella che troverete sulla confezione, ma leggermente diminuita per evitare bruciature. Versarlo con l’annaffiatura ogni 15 – 20 giorni.
A coronare il tutto ci sono i suoi bellissimi fiori, ovvero un insieme di cinque petali che vanno a dar vita ad una forma a trombetta (detta anche ad imbuto) molto apprezzata per semplicità e raffinatezza; solitamente i fiorellini nascono vicini, a gruppetti di quattro circa, uniti per la parte finale dello stelo. In realtà non in tutte le specie possiamo chiamarli “fiorellini”, perché in alcune di esse la “trombetta” del fiore nella sua parte più aperta può anche raggiungere i dieci centimetri di diametro, un risultato non male. Se uniamo questa scenografica presenza ai colori che, a seconda della specie selezionata, variano dal giallo al rosso intenso (con sfumature arancioni, rosa, giallo pallido, salmone ed anche quasi violetto), possiamo benissimo comprendere quanto questa pianta sia perfetta per arredare il vostro balcone o l’esterno del vostro gazebo in giardino magari se le permettete di crescere in un cesto appeso in alto e da cui scenderanno dei rami eleganti e consistentemente pieni di ceppi floreali visibili e ben colorati.
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